Le
immagini e i simulacri, accanto agli amuleti, ebbero una funzione primaria, in
ogni cultura per proteggere l’umanità dai demoni e dalle infauste sorti del
caso. Se più noti sono gli
oggetti usati per proteggersi dal maligno, meno apertamente noto è l’uso delle
immagini per tenerlo lontano. Le raffigurazioni, ad esempio sacre, non sono
solo immagini di protezione e di preghiere supplicanti ma servono anche per allontanare
gli influssi malefici e per propiziare la fortuna e la serenità d’animo.
La funzione di rassicurazione e di celeste protezione offerte da un’immagine sacra, resa attiva da un pensiero magico, ebbero una funzione psicologica fondamentale nella fortificazione dell’individuo, che poteva, grazie a un aiuto esterno, affrontare con maggior serenità i pericoli e le difficoltà, proposte dalla vita. Anche guardare intensamente e per lungo tempo, questo tipo d’immagini, cadendo in una sorte di meditazione e perciò introiezione di esse, aiutava l’interiorità spirituale a collegarsi con qualcosa di più alto, sentendosi così rasserenati e protetti nelle azioni ordinarie o straordinarie.
Non di minor aiuto era il concentrarsi sull’immagine fino a ricordarle a memoria anche nei più piccoli particolari. Questo allargava la capacità memonica, che in tempo di non uso di calcolatrici e computer era di stretta importanza e permetteva di avere sempre con sé le immagini, mentalmente raffigurate, per essere evocate al bisogno. Per questo, nell’ambito della storia dell’arte, troviamo numerose immagini agentes. Immagini non neutre né neutrali, che venivano utilizzate per richiamare la fortuna, o per allontanare malattie e malocchio, cioè lo sguardo ostile di un avversario. Sandro Botticelli non dipinse a caso la Primavere e la Nascita di Venere: esse facevano parte delle pitture che dovevano ornare la sala da pranzo della famiglia fiorentina dei Medici; talismani dalla complessa simbologia neo-platonica, venivano concepiti come strumenti di protezione, di aggancio alla fortuna e di meditazione.
Ma gli interpreti principali di queste azioni difensive erano le raffigurazioni sacre. Nell’ambito della religione cattolica un ruolo particolare spetta a Maria, specialmente come Madonna dell’Apocalisse o in qualunque raffigurazione della madonna che schiacci un serpente o un equivalente, simbolo maligno. Dobbiamo peraltro considerare che la vita umana non si svolge soltanto su un piano materiale, ma che si sviluppa in un contesto non materiale di tipo culturale e spirituale. Gli amuleti hanno la funzione psicologica di concentrare il soggetto sul suo bisogno e speranza di protezione, di farlo sentire meno solo e con maggiori risorse. L’immagine o l’amuleto fortificano chi la possiede e viene fortificata dal possessore. È uno scambio costante di energie.
La Madonna costituì un punto di riferimento, nell’ambito delle immagini sacre, contro le negatività del mondo e contro il demonio, che secondo le tradizioni popolari, sta dietro a chi intende indirizzare il male agli altri. È lei a intercedere per l’umanità, a cui appartiene. È lei a cui spetta il compito di schiacciare la testa al demonio. Per questo la figura della Madonna è così diffusa e per questo motivo l’esorcismo è spesso collegato a luoghi di culto e a santuari mariani. Per questo il culto mariano è inteso anche con una forte connotazione di salvaguardia dal malocchio e dal Maligno. Maria è la celeste protettrice. Ricordiamo che lo stesso Caravaggio dipinse La Madonna della Serpe, a protezione dal male. La Madonna reggeva Gesù, ormai ragazzino, che premeva il piede su quello della madre. Costei, a sua volta, schiacciava il serpente. L’immagine di Maria evocata dall’Apocalisse veniva ritenuta massimamente idonea alla guerra contro gli influssi malefici.
Accanto alle immagini religiose esistevano altre raffigurazioni, provenienti da credenze pagane o da saperi magici, che esercitavano azioni specializzate. Nella magia arcaica l’atto di riordinare costituiva un’azione fondamentale contro il disordine del caso. Per questo una forma geometrica aiuta nell’azione di riordino difensivo della psiche. Se osserviamo con attenzione la sfortuna viene richiamata in molti casi da azioni frutto del disordine. La geometria della piramide, il cerchio, il quadrato…sono tutti simboli in cui si racchiude una zona di protezione dl male. Non per niente nelle azioni magiche si fa un cerchio di protezione, si parla di quadratura del cerchio e la forma piramidale viene considerata un catalizzatore energetico. Mettere a posto, togliere dal caos, riportare ordine anche attraverso rituali precisissimi, è segno di vittoria contro il male e atto propiziatorio, verso il bene.
Innumerevoli gli amuleti od oggetti di protezione e di evocazione della fortuna, riconosciuti e usati, nella storia dell’essere umano. Essi sono cambiati attraverso epoche, credi religiosi, filosofie esoteriche, ma costante è sempre stato il loro uso e il loro riconoscimento nella mentalità generale popolare e specifica, cioè nei personaggi legati alle funzioni religiose o politiche, della società. Nei ritrovi archeologici romani, come di tante altre civiltà vengono sempre alla luce statuette, medaglie o qualsiasi altro oggetto con funzionalità protettiva e invocativa. Dopo il decreto della religione Cristiana come culto obbligatorio, gli amuleti dell’era pagana vengono sostituiti, o almeno viene tentato di sostituirli, con immagini sacre, simboli (come il crocifisso stesso) e le famose reliquie; ma nella vita popolare, dove resisteva il substrato pre-cristiano, non cadranno mai in uso i talismani della cultura arcaica, che verranno semplicemente affiancati a quelli della nuova religione cristiana.
Ad esempio, Il corallo, nell’antichità per il suo colore veniva associato al sangue, perciò alla vita e a ciò che è apportatore di vita. Il corallo “pagano” incontra molto presto la religione cristiana, e di questo matrimonio magico-sincretico si trovano tracce già nei primi secoli del cristianesimo. Il passo per giungere alla sua trasformazione progressiva, e definitiva, in simbolo del sangue versato da Cristo sulla croce per la salvezza degli uomini – così come, per estensione, in presagio di Resurrezione – è stato abbastanza breve e quasi inevitabile. Le madri reagiscono adornando i propri pargoli con collanine e braccialetti di corallo per proteggerli dal male e infondere loro energia. Il corallo sostituì l’antica bulla dei romani, un sacchetto che veniva posto al collo del bambino, come la catenina in tempi recenti. Nella bulla venivano poste immagini, essenze e tutto ciò che secondo la magia poteva tener lontane le potenze aggressive del male e delle malattie che, purtroppo, infierivano spesso mortalmente sui bambini.
Elementi di protezione, nel medioevo fino all’Ottocento, erano considerati i reliquiari, a quadro o a medaglia, nei quali venivano posti frammenti del corpo o di oggetti appartenuti a uno o a più santi. Divennero così famosi da creare un mercato floridissimo di reliquie, vere o presunte, contese a suon di soldi. Poco importava se apparissero più ossa della stessa parte del corpo di un santo, le reliquie divennero simbolo di alta devozione a cui solo l’accostarsi, poteva guarire da ogni male e infermità. Battaglie e guerre vennero ingaggiate da paesi e città per l’appropriazione di un pezzetto di scheletro, lembo di vestito o ciuffi di capelli, appartenuto a chiunque fosse in odore di santità.
A oggi, il bisogno innato del’essere umano di protezione davanti alla mutevolezza dell’esistenza, non accenna a scemare. Anche se sono meno frequenti di un tempo i pellegrinaggi verso luoghi sacri o presso posti che contengono reliquie, come la sacra Sindone a Torino, è certamente vero che ancora c’è il desiderio di possedere un talismano per attrarre la fortuna e che protegga dalla mala sorte o dal maligno stesso. Tale compito si è rivelato più richiesto verso il mondo esoterico per una crisi generalizzata del credo ufficiale. Molto richiesti sono i talismani fatti per uso specifico dal richiedente, sotto forma di medaglie di vari metalli, dove vengono incisi simboli, date e parole che hanno il compito di evocare delle forze adibite ad adempiere un servizio, verso il richiedente. Esso può essere propiziatorio, per avere fortuna negli affari, amore etc.; come forma di protezione contro il male o come catalizzatore di energia atta a suscitare amore, passione, simpatia etc. Esistono anche gli amuleti, costruiti con valore universale e caricati con consacrazione di un mago ritualista, per un bisogno specifico o generale, del cliente.
Innumerevoli sono anche i porta fortuna popolari, che vanno dal corno rosso al quadrifoglio ma anche ai gesti scaramantici come non passare sotto la scala o fare il gesto delle corna con la mano. Le tradizioni di tutto il mondo hanno i loro simboli per combattere la malasorte o i loro gesti per scongiurare la sfortuna, segno di un bisogno senza tempo di essere benedetti dalla sorte e allontanare le energie del male, frutto d’ invidie e gelosie, come il malocchio.