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La porta magica e la caverna

La porta magica e la caverna

LA PORTA MAGICA E LA CAVERNA.

Le porte magiche, principali passaggi iniziatici, hanno spesso l’aspetto di antri o caverne, in cui si fondono luci e ombre, vita e morte, cioè elementi ed energie opposte. La porta e la caverna sono simboli equivalenti di passaggio, di morte e rinascita, di trasmutazione della materia, di cambiamento di stato spirituale e fisico. Nell’antichità, la grotta era considerata un luogo di contatto e di passaggio tra il mondo visibile e quello invisibile, tra il mondo materiale e la dimensione celesta, il portale che collega uomo e divinità. Posto e terreno dove gli dèi possono mostrarsi e dove le anime dopo la morte, possono ritornare a dio.


Molti miti collocano la nascita degli dèi o degli iniziati in una grotta, basta pensare alla nascita di Gesù o di Dionisio. Il carattere centrale della caverna, la rende luogo della nascita e della rigenerazione e anche dell’iniziazione, la quale è una sorta di nuova nascita.


Spesso, prima di poter accedere al luogo di passaggio, si trovano prove da superare o mostri da combattere. Entrare nella caverna significa quindi far ritorno alle origini (caverna come simbolo di utero materno) e nello stesso tempo salire in cielo, uscire dal cosmo, o dallo stesso passaggio entrare nel mondo materiale, per gli dèi. Entrare nella caverna è come esservi sepolti, il ritorno nel grembo della Madre Terra.


La caverna è strettamente correlata al simbolismo del Cuore, centro dell’interiorità umana e collegamento tra terra e mondi divini. La caverna entro la montagna è il femminile, nascosto e chiuso, infatti è rappresentata simbolicamente dal triangolo con punta in basso. La montagna è il principio maschile, ciò che è visibile ed esterno, ed è rappresentata dal triangolo col vertice rivolto verso l’alto; entrambi sono centri cosmici di collegamento. La caverna è l’inconscio, il passato quanto la montagna è lo slancio verso il futuro, la mente razionale.


La sua funzione esoterica in chiave cristiana viene rappresentata anche nel Quadro di Leonardo Da Vinci: La Vergine delle Rocce; dove associa il mistero della natività al mondo del sottosuolo o dell’incavo nella roccia. Si può citare, per esempio, anche la Porta dell’Eden, l’Antro della Sibilla a Cuma e la porta alchemico magica di Piazza Vittorio a Roma. Omero, nell’odissea colloca in una grotta di Itaca uno di questi passaggi, attribuendo alla figura di Ulisse la funzione di eroe solare capace di unire la dimensione umana con quella della divinità.


Nell’astrologia e nella filosofia greca, i solstizi corrispondono alle due porte celesti (Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno) che mettono in comunicazione il mondo dell’umano con quello del divino: dalla porta del Cancro le anime passano per incarnarsi nel mondo fisico; presso la porta del Capricorno le anime, liberate dal corpo, ascendono al mondo divino. Retaggi dei culti astrali compaiono nelle feste solstiziali cristiane come quella di San Giovanni battista (24 Giugno) e quella del Natale (25 Dicembre), considerate anch’esse tempi di passaggio tra le diverse dimensione della natura e dell’esistenza. Nella Kabbalah Ebraica, la porta magica corrisponde al punto originario, sintesi di luce e tenebre, che ha dato vita all’universo.


Nella simbologia scegliere una porta vuole dire scegliere il proprio destino o passare da uno stato spirituale o mentale, per entrarne in uno nuovo. Nel sogno attraversare una porta è un indizio importantissimo di cambiamento interiore o materiale. Una porta bloccata o che non si riesce ad aprire, colloca con precisione un blocco in noi stessi o qualcosa di esterno che impedisce la nostra evoluzione.


“La porta rappresenta il luogo di passaggi tra due stati, fra due mondi, fra il conosciuto e l’incognito. la luce e le tenebre. La porta si apre su un mistero. Ma essa ha anche un valore dinamico, psicologico, poiché non solo indica un passaggio ma invita a superarlo. È l’invito a un viaggio verso l’aldilà. La porta è l’apertura che permette di entrare a uscire, dunque un passaggio possibile, oltre che unico, di un campo all’altro: spesso nell’eccezione, simbolico, dal campo profano al campo sacro. Lo stesso dicasi dei portali delle cattedrali”. (Dizionario Dei simboli    J. Chevalier - A. Gheerbrant)


Lo stesso Cristo è egli stesso, la porta attraverso i quali si accede al Regno Dei Cieli: Io sono la porta, se qualcuno entra attraverso me, sarà salvato (Giov.10,9). Il figlio dell’uomo è alla porta (Marco, 13,29).

Frequentemente sopra le porte magiche appare una scritta, quasi sempre enigmatica e di cui decifrazione porta l’adepto al diritto di passaggio della soglia. Caverne e antri spesso, sono controllate da mostri, draghi, serpenti, comunque simboli del male, che l’adepto deve uccidere per poter oltrepassare o entrare nelle aperture. Basta pensare al quadro di San Giorgio e il Drago –di Paolo Uccello. Dove il santo-cavaliere deve uccidere la bestia (il male) per poter avere l’accesso alla grotta e conquistare la fanciulla (la Sapienza).


Chi sorveglia l’entrata è il Guardiano della Soglia: esso è una figura comune a diverse tradizioni esoteriche, che lo descrivono come un essere alquanto minaccioso, custode della porta di accesso ai mondi sovrasensibili, che appare al discepolo per spaventarlo e respingerlo indietro nel suo percorso d’iniziazione verso la chiaroveggenza. Il mostro, che nell’esoterismo rappresenta il lato oscuro dentro di noi, è fatto di egoismo, pregiudizi, invidie, pensieri malsani etc. Se non viene sconfitto non permette all’adepto di raggiungere l’illuminazione e la pacificazione interiore. Passare attraverso la caverna rappresenta un cambiamento di stato, conseguito anche con la sopraffazione di potenze pericolose.


“Questo Abitante della Soglia ci viene incontro in varie forme: è il Cerbero che sorveglia l'ingresso dell'Ade, il Drago che San Michele con la sua forza di volontà spirituale sta per uccidere, il Serpente che tentò Eva, e la cui testa sarà schiacciata dal tallone della donna, l'Hobgoblin che osserva il luogo dove è sepolto il tesoro, ecc. È il re del male, il quale non permetterà che nel suo regno cresca un bambino in grado di acquisire un potere superiore al suo, l'Erode dinnanzi alla cui ira il figlio divino Cristo deve fuggire in un paese straniero, senza che gli sia permesso di tornare alla sua casa (l'anima) finché il re (Ambizione, Orgoglio, Vanità, Vendetta, ecc.) non venga detronizzato o muoia.” (Franz Hartmann, The Dweller of the Threshold)


Sconfitto il nostro male interiore, il nostro ego nutrito da tutte le emozioni, I pensieri, le azioni negative ed egoistiche, potremo varcare la soglia e avere rapporti di scambio con il mondo celeste. Quando si parla di porte, caverne, antri il significato non cambia mai: siamo di fronte a un luogo di passaggio, da affrontare con determinazione e coraggio, per accedere a uno stato più alto di consapevolezza o dove gli dèi si manifestano per parlare agli uomini e portare il loro messaggio, ispirato da Dio.

 (Fonti citate - Dizionari dell’arte. Astrologia, magia, alchimia - M. Battistini)