All’interno
della concezione magica della vita e del cosmo, le piante curative svolgevano
una funzione determinante. Si pensava, infatti, che attraverso gli esseri
vegetali, gli ordini spirituali o le divinità, trasmettessero la propria
impronta energetica all’umanità. Sulla base di questa convinzione, per
millenni, la scienza medica ha usato erbe ed estratti vegetali per curare ogni
male, fisico o psicologico che fosse.
Oggi, con la medicina ufficiale, si è perso l’abitudine di rivolgersi al mondo del vegetale per risanarci, ma questo tipo di cura non è scomparsa, basta pensare all’erboristeria o la metodologia fitoterapica.
Ogni pianta o fiore, ha delle proprietà specifiche, e tempi e modi, di somministrazione. Ma a parte le qualità intrinseche, c’è anche un significato appropriato, esoterico e magico, che porta il mondo vegetale a essere simbolo di alcune specifici usi nel campo di unguenti, pozioni magiche ed elementi ritualistici.
Alcune piante hanno spiccati poteri occulti come la Mandragola, che andava raccolta con un complicato rituale e a cui era contrassegnato un potere magico molto forte, presa in piccole dosi ha capacità psicoattive. Probabilmente poteva essere usata come base per suscitare altri stati di coscienza. È anche un veleno mortale e forse la dose tollerabile, rimaneva un segreto tramandato oralmente.
L’iperico, erba con proprietà tra l’altro antidepressive, per la sua natura solare doveva essere colta la notte di San Giovanni (da cui ha preso anche il nome comune) notte di folletti, fate e streghe che conferivano all’erba, potenti virtù divinatorie, terapeutiche e di difesa contro gli attacchi del maligno.
Anche le piante natalizie hanno una profonda valenza simbolica: l’abete, associato all’albero della Vita del Paradiso o come axis mundi, che collega i tre piani dell’esistere; o l’agrifoglio e il vischio, simboli solari e d’immortalità.
Il bulbo dell’aglio, protegge da molte malattie, si riteneva facesse da scudo contro i vampiri. La felce si credeva favorisse la chiaroveggenza e rendesse invisibili. Si riteneva che il timo facesse vedere le fate e l’alloro, dalle foglie fortemente aromatiche usate in cucina, era bruciato dalle profetesse di Apollo per purificare la mente nel loro fumo, prima di vaticinare.
Se la menta e la salvia venivano usate per allontanare negatività e spiriti maligni, la mirra e le sue fumigazioni, amplificano le vibrazioni positive, era perciò usata per la meditazione e la contemplazione.
Con i rami del nocciolo, i rabdomanti ne fanno bacchette per cercare l’acqua. I fiori della rosa sono usati per gli incantesimi d’amore, in quanto da sempre associati alle divinità di questo tipo quali Venere/Afrodite, Iside ed Eros. Possono anche essere inseriti all’interno di un pupazzo di stoffa per attirare la persona amata. Il rosmarino ha notevoli proprietà protettrici, terapeutiche e purificatrici; indossato allontana i malocchi. Il tiglio è considerato un albero benefico e protettore. I suoi fiori sono utilizzati per propiziare sonno e sogni ed è uno degli ingredienti dei filtri d’amore. Mentre il timo è usato per difesa contro magie altrui, ed è impiegato per disinfestare gli ambienti e purificare gli oggetti.
Le piante e i fiori rappresentano l’energie solare condensata e manifestata. Esse captano le forze sotterranee della terra e ricevono le energie solari, accumulano perciò queste potenze, da questo derivano le loro proprietà guaritrici o velenose, e il loro impiego in magia.